La Stampa D’Arte
UN PERCORSO SULL’INCISIONE D’ARTE NEL MUSEO LIN DELIJA-CARLO CESI
Il progetto espositivo sull’incisione d’arte scaturisce dalla volontà di documentare nel Museo l’attività del celebre artista antrodocano Carlo Cesi. L’intitolazione del Museo, infatti, oltre a citare il valente pittore di origine albanese Lin Delija, rende omaggio anche al nome di Carlo Cesi, nativo di Antrodoco e considerato dalla critica uno dei maggiori incisori italiani della seconda metà del Seicento, senza però esporre alcuna sua opera fino ad ora.
Per questa ragione, grazie al finanziamento della Regione Lazio (L.R. 24/2019, piano annuale 2022), sono state acquistate dal Comune di Antrodoco due magnifiche incisioni di primo stato del Cesi, stampate a Roma dall’editore Collignon nel 1657 e tratte dal celeberrimo ciclo di affreschi dei Carracci nella Galleria Farnese. Le stampe sono le tavole “11” e “12” dell’opera editoriale, raffiguranti Perseo e Andromeda e Perseo e Fineo, tradotte dagli affreschi presenti nei lati corti della galleria. A questi fogli è stato aggiunto il frontespizio dell’opera, donato dalla galleria Antiquarius s.r.l., che cita, meritatamente, il nome di Carlo Cesi dopo quello di Annibale Carracci.
Questa magnifica opera a stampa, tirata successivamente da altri editori per cinque volte fino alla metà del Settecento, ha rappresentato sicuramente, insieme alla decorazione della Galleria di palazzo Pamphili dipinta da Pietro da Cortona e incisa sempre dal Cesi, uno delle massime opere a stampa cui si deve la conoscenza e la diffusione in Europa dell’arte barocca.
Sebbene Carlo Cesi sia stato un pregevole pittore, la sua fama resta indubbiamente legata a queste due grandi imprese editoriali che hanno riscosso un immediato e notevole successo di pubblico sin dalla loro pubblicazione.
Cos’è la Stampa d'Arte
Il generico termine “stampa”, nel lessico artistico, indica l’operazione mediante cui, da una matrice, si ottengono uno o più esemplari di un’immagine impressa generalmente su carta.
Le fasi per ottenere una stampa d’arte sono differenti a seconda della tecnica utilizzata per realizzare la matrice; questa può essere in cavo (ad esempio l’acquaforte o il bulino), in rilievo (la xilografia), e piana (la litografia). In ogni procedimento, seppur in forme diverse, sono previste l’inchiostrazione della matrice e la fase dell’impressione su carta, che avviene comunemente con un apposito torchio differente per ogni tecnica.
L’incisione in cavo, detta anche calcografica, è quella praticata da Carlo Cesi nella seconda metà del Seicento per ottenere le sue magnifiche stampe, pertanto di seguito verrà sinteticamente illustrato solamente questo procedimento tralasciando le tecniche della xilografia, che vede l’impiego di una matrice lignea e la litografia che consente di riprodurre un’immagine disegnata direttamente su una matrice in pietra.
L’incisione calcografica si può ottenere su una lastra metallica, tradizionalmente di rame (ma anche di altri metalli come zinco o acciaio, particolarmente usati nell’età contemporanea), in maniera diretta o indiretta. Con il metodo diretto si ottengono i solchi sulla lastra con bulini o punte metalliche grazie all’azione meccanica apportata dell’artista; con quello indiretto i solchi vengono ottenuti sulla lastra dalla corrosione del metallo (morsura) esercitata da un acido, anticamente definito aqua fortis.
Quest’ultimo procedimento, comunemente detto “all’acquaforte”, necessita della copertura totale della lastra, tradizionalmente con la cera (poi sostituita da una vernice scura inattaccabile dall’acido), dove l’artista si limita a scalfire lo strato di copertura mettendo a nudo il metallo sottostante. Composto il disegno con questo procedimento la lastra viene immersa in un bagno acido che corrode, o “morde”, il metallo dove la vernice è stata asportata. Il tempo d’immersione nella soluzione acida determina la profondità dei segni “morsi” nel metallo e questa operazione può essere ripetuta anche più volte per ottenere particolari composizioni ed effetti. Al termine del bagno acido, rimossa la protezione in cera (o la vernice), la matrice opportunamente ripulita deve essere inchiostrata per passare al procedimento di stampa.
L’incisione calcografica è pertanto definita “in cavo” perché nella fase di stampa l’inchiostro è inserito nei solchi sulla matrice mediante la copertura totale della stessa con l’inchiostro che poi viene rimosso nelle parti non incise (in genere completamente o in alcuni casi parzialmente, per ottenere particolari effetti).
La matrice così preparata viene pressata su un foglio di carta inumidita (per accentuarne l’elasticità) con l’ausilio di un torchio calcografico; la composizione incisa viene impressa sul foglio in controparte, ossia in maniera speculare rispetto a ciò che è disegnato nella matrice. La pressione del torchio tende a usurare la matrice, in particolar modo se realizzata in rame, causando la perdita dei solchi meno profondi che tendono ad appiattirsi e a non trattenere più l’inchiostro, determinando perciò solo un numero limitato di impressioni, detto “tiratura”.
Carlo Cesi
Detto anche Cesio, Antrodoco (RI) 1622 – Rieti 1682.
Carlo Cesi, nacque ad Antrodoco nella prima metà del Seicento, ma si trasferì presto a Roma dove divenne allievo di Pietro da Cortona. Fu artista di successo sia per la produzione pittorica che per quella ad affresco, ma è noto soprattutto per la sua attività di incisore; realizzò, infatti, numerose riproduzioni di affreschi dei grandi maestri del primo Seicento romano. Si dedicò per molti anni all’insegnamento e fu anche nominato principe dell’Accademia di San Luca.
Umbro Battaglini
Foligno 1929 – Stroncone (TR) 2007
Accademico di merito, per la scultura, dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia dal 1980. Ha svolto attività nel campo della scultura, della pittura e della grafica e ha partecipato ad esposizioni personali e collettive. E’ stato membro di varie equipe di architettura con cui ha realizzato progetti di arte sacra, civile e design. E’ stato docente, presso l’Istituto Statale D’Arte di Terni dal 1963 al 2000, di Disegno professionale e Progettazione metalli. La sua opera è presente in varie pubblicazioni.
Le nuove opere del museo
Anonimo Incisore
Anonimo incisore, fine XIX secolo.
Lastra di rame incisa all’acquaforte e bulino con linee di prova e decori.
53 x 80 mm
Donazione Michele Benucci, Terni.
Stampa tratta dalla lastra con linee di prova e decori, 2022 da matrice della fine del XIX secolo.
Battuta: 53 x 80 mm
Stampata e donata da Silvia Iorio, Roma.
Frontespizio
Carlo Cesi (1622-1682)
Frontespizio dell’opera
Galeria / nel Palazzo Farnese/ in Roma/ del Sereniss. Duca/ di Parma etc./
dipinta/ da Annibale Carracci/ intagliata/ da Carlo Cesio
1657
Acquaforte su carta vergata
Battuta: 288 x 395 mm
Donazione galleria Antiquarius s.r.l, Roma
Scheda di Sala (pdf scaricabile)
Perseo & Andromeda
Carlo Cesi (1622-1682)
1657
Acquaforte su carta vergata
Battuta: 270 x 525 mm
Acquisto galleria Antiquarius s.r.l, Roma
Scheda di Sala (pdf scaricabile)
Perseo & Fineo
Carlo Cesi (1622-1682)
1657
Acquaforte su carta vergata
Battuta: 270 x 530 mm
Acquisto galleria Antiquarius s.r.l, Roma
Inv. numero:
Scheda di Sala (pdf scaricabile)
Senza Titolo
Umbro Battaglini (1929-2007)
1968
Acquaforte su carta Fabriano
Battuta: 242 x 363 mm
Donazione Laura Leli, Terni
Inv. numero:
Scheda di Sala (pdf scaricabile)
Senza Titolo
Umbro Battaglini (1929-2007)
1983
Acquaforte su carta Fabriano con fondino di carta Cina
Battuta: 120 x 200 mm
Donazione Laura Leli, Terni
Inv. numero:
Scheda di Sala (pdf scaricabile)
Sole Nero
Umbro Battaglini (1929-2007)
1990
Acquaforte su carta Fabriano
Battuta: 240 x 342 mm
Donazione Laura Leli, Terni
Inv. numero:
Scheda di Sala (pdf scaricabile)